Biografia Francesco Leuce

Francesco Leuce nato a Milano il 5 febbraio 1997, da sempre caratterizzato da una scissione tra due personalità contrastanti, una socievole e una solitaria. Oggi afferma: “senza solitudine non avrei mai dipinto”. Ne è testimonianza il suo periodo infantile nel quale si estraniava dal contesto sociale per disegnare, iniziando quella che in futuro avrebbe chiamato “arte”. 
Durante le scuole medie avviene l’incontro con una persona, ancora oggi fondamentale per il suo percorso artistico, l’artista e maestro Nino Attina. Da sempre gli ha trasmesso il suo insegnamento riguardante la sperimentazione con tecniche e materiali fra i più disparati. 
Al Liceo Artistico Umberto Boccioni di Milano decide di modificare la sua idea di arte tradizionale interfacciandosi con il concetto di arte totale: l’architettura. Nel medesimo periodo avvengono però una serie di eventi stravolgenti nella sua vita personale, tra cui la certificazione della dislessia che lo porta a scontrarsi con la sua incapacità di esprimersi mediante la parola. 
Successivamente con l’iscrizione al corso di Interior Design allo IED di Milano comprende quanto il mondo accademico non si allinei con sua personalità artistica, “soffocava giorno dopo giorno la mia creatività”. 
È proprio quest’ambiente restringente che fa esplodere completamente il suo estro artistico come lo conosciamo oggi. Contribuisce l’esperienza del suo viaggio sul Cammino di Santiago di Compostela nell’agosto 2018, un incontro diretto con se stesso, il suo inconscio e la sua solitudine. Inizia a partecipare poi a una serie di mostre per artisti emergenti tra cui il Concorso di Beneficienza per la Libreria Acqua Alta di Venezia nel novembre 2019, l’esposizione per il Concorso Art Now di Budapest nel novembre 2020, e l’esposizione per il concorso Art Now di Parigi nel maggio 2021.
Per Francesco l’arte rappresenta una liberazione, la sua maniera più intima di espressione che lo aiuta a tirare fuori l’inespresso, una forma di accettazione e comprensione della sua realtà. L’arte è per lui Speranza, da questo deriva il suo pseudonimo Checco The Flower, il cui simbolo del fiore è la personificazione del concetto stesso di Speranza. Il suo obbiettivo è vivere per l’arte, considerata da lui la sua più pura e vera forma di comunicazione. “L’arte è la mia unica parola, senza di lei non avrei più voce”.
"LE MIE MURA"
Settembre 2010
Pastelli a cera su cartoncino nero

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